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Matilde 02-18 - La scommessa di Valentina - 1


di Alex46
08.03.2019    |    3.000    |    0 8.5
"Quindi, ancora prima di sapere come andrà a finire, telefono a Debra..."
Uno dei piaceri che abbiamo nella nostra relazione è quello di leggere le e-mail che ci manda Michele quando è in ufficio e ha tempo per farlo. È da poco iniziato l’anno nuovo, i messaggi arrivano sul computer di Debra e sul mio, di solito ce li leggiamo subito, poi alla sera li leggiamo assieme. Lui è molto bravo a trovare sul web questi racconti che riesce a scaricare e a mandarci per il piacere di noi tre.
Questa è la storia di Valentina.

«Valentina si guardò nello specchio dell'ascensore, prima che le porte si aprissero, e si sistemò critica una ciocca di capelli. Era stata al ristorante cinese con delle amiche e ora tornava a casa, ma la serata non era ancora finita. Avrebbe infatti trovato Maurizio che, approfittando della sua uscita, aveva organizzato una cena con amici conosciuti in rete. Ci teneva quindi a fare bella figura.
Davanti alla porta si lisciò la gonna al ginocchio e controllò che lo spacco fosse nel punto giusto. Mosse le labbra per ravvivare il rossetto che si era rimessa in macchina, aggiustò la catenina di brillanti che le circondava la vita chiedendosi se non sarebbe sembrata loro troppo elegante, poi si fece coraggio e infilò la chiave nella serratura.
Subito l'odore di fumo le pizzicò le narici. Sperò ardentemente che il marito avesse chiuso le porte delle stanze. Non le piaceva il fumo.
Il vociare sembrava essersi fermato, evidentemente l'avevano sentita entrare e l'aspettavano. Percorse il piccolo corridoio, con il cuore che le batteva leggermente più forte del solito, poi indossò uno dei suoi sorrisi più allegri e si affacciò alla porta della sala da pranzo, solo con la testa.
- Ciao a tutti! - esclamò.
- Ciao amore! - l'apostrofò il marito tendendole un braccio - vieni qui che ti faccio conoscere questa compagnia di matti!
Valentina si fece avanti, cercando di essere il più disinvolta possibile, mentre la tavolata le rispondeva allegra. Gli amici del marito si alzarono poi in piedi per salutarla, e lei cominciò il giro del tavolo, stringendo le mani: - Federico, ciao!
- Marco, piacere.
- Alfonso, ciao.
- Io sono Enzo, ciao!
- Paolo, molto piacere!
- Ciao, Giovanni.
- Chiamami Schiavo - disse l'ultimo provocando le risate di tutti.
- Ehi, Maurizio, non ci avevi detto che tua moglie era così bella! - fece poi uno di loro dando al marito di Valentina un leggero pugno sulla spalla.
- Te la tenevi nascosta, dì la verità...!! - disse un altro - ecco perché non gioca mai a calcetto con noi, questo stronzo.... – “mi fa male il ginocchio...” dice... sì, sì.... col cavolo!! - proseguì imitando Maurizio e scatenando altre allegre imitazioni.
Valentina rideva di gusto, stando al gioco. Sentiva che non la stavano adulando, che i complimenti erano sinceri. Non negava di essere una bella ragazza; quella sera poi si era curata particolarmente, sapendo di dover incontrare tutta la combriccola del marito. La sensazione di essere ammirata da tutte quelle persone la inebriava. E ancora di più la inebriava lo sguardo orgoglioso di Maurizio, che la fissava adorante.
Si sedette vicino a lui, su una sedia prontamente portata da uno dei ragazzi. Si versò del moscato e mentre la conversazione riprendeva, si prese un po' di tempo per osservarli con più attenzione. Erano tutti ragazzi sulla trentina. Qualcuno poteva essere più giovane, uno di loro un po' più grande.
Sembravano molto simpatici. Come in tutti i gruppi che si rispettino c'era qualcuno più timido, che parlava poco e beveva molto, e qualcuno che sapeva tenere banco per decine di minuti raccontando barzellette di dubbio gusto.
L'argomento principale della conversazione era ovviamente quello per il quale si erano conosciuti su Internet, ma spesso qualcuno cercava di coinvolgere anche lei con domande sul suo lavoro, o con battutine spiritose sul marito; evidentemente Maurizio aveva taciuto loro che anche lei era un'ottima conoscitrice di Access. Con un pizzico di malizia decise di non dir niente, salvo poi intervenire a un certo punto nella discussione, chiarendo un punto su cui sembrava esserci una certa confusione. Aveva combattuto con un’istruzione simile pochi giorni prima, e ne conosceva quindi ogni segreto. Fece una figura niente male. I ragazzi ammutolirono, mentre il marito ridacchiava leggermente evitando i loro sguardi. La guardarono a bocca aperta, poi scoppiarono a ridere insultando a più non posso Maurizio e incolpandolo di aver tenuto loro nascosto anche questo pregio della moglie.
L'atmosfera si era fatta piacevole e rilassata. L'argomento data base a un certo punto fu abbandonato e, spinti dalla confidenza che si era creata fra di loro, Maurizio e gli amici cominciarono a scambiarsi sagaci battutine sulle donne, come sempre succede alle cene fra amici. Il fatto che Valentina fosse presente non sembrava inibirli anzi, forse in qualche modo amplificò le battute, i giochi di parole.
Valentina si ritrovò a pensare che non erano poi tanto diversi da un qualsiasi altro gruppo di primati: ognuno cercava di farsi più bello ai suoi occhi. Negli altri animali però tutta la fatica avrebbe poi portato a un vantaggio concreto per il migliore di loro, che avrebbe potuto accoppiarsi con la femmina. In questo caso, pensò Valentina cogliendo al volo lo sguardo ammirato di uno dei ragazzi e restituendogli un sorriso, era ovvio che nessuno ci avrebbe rimediato nulla, a esclusione di Maurizio. Eppure l'istinto di questi uomini reagiva nella stessa identica maniera di quello di tutti i maschi di moltissime specie animali! Ridacchiando fra sé e sé per questi paragoni da biologa si alzò per andare a prendere altro gelato in cucina.
Al suo ritorno il marito volle farla sedere sulle sue ginocchia.
- Meglio di no, tesoro... - gli disse Valentina cercando di opporsi.
- Eddai... - le sussurrò Maurizio con un tono a cui non sapeva dire di no.
Si sedette quindi, anche se immaginava che in quel modo si sarebbe intravisto dallo spacco il pizzo della calza, e infatti fu così. Il ragazzo seduto vicino a loro cominciò a sbuffare e a sventolarsi come se fosse assalito da improvviso calore e chiese, fingendo urgenza, un bicchiere d'acqua.
- Che succede!? - chiesero gli altri quasi in coro. Maurizio posò una mano sulla gonna della moglie e, lottando contro le sue resistenze, alzò di qualche altro centimetro la stoffa.
- Ma smettila Roby! - esclamò Valentina cercando affettuosamente di farlo smettere. Con un cenno degli occhi il marito però chiamò i suoi amici a godere di quello spettacolo.
Dall'apertura dello spacco adesso si intravedeva tutto il margine della calza.
Mentre Valentina rideva e cercava di coprirsi, i ragazzi esprimevano la loro meraviglia e ammirazione, lanciando insulti scherzosi all'indirizzo dell'uomo. Qualcuno fece battute un po' audaci sul suo corpo, ma quelle allusioni non fecero che lusingarla.
Si sentiva ormai euforica, allegra, e aveva cominciato a troieggiare leggermente, cosa che le riusciva benissimo, a detta del marito.
Mentre si muoveva sulle sue ginocchia per evitare una mano maliziosa, Valentina percepì sotto le gambe l'erezione del marito: Maurizio si stava eccitando nel vederla scherzosamente concupita da tutti quegli uomini. Chissà quali fantasie gli passavano per la testa.... Valentina si sentiva così meravigliosamente bene che per un attimo pensò di poterle esaudire tutte! Questo pensiero la eccitò ulteriormente.
Cambiò posizione affinché la gonna salisse ancora un po' e si girò verso di lui, baciandolo lascivamente. Sentiva gli sguardi degli amici su di loro, nonostante avessero ripreso a chiacchierare come niente fosse. La cosa le piaceva molto.
- Quanti anni hai, Valentina, se si può chiedere...? - fece a un certo punto Federico sporgendosi leggermente sul tavolo.
- Tu quanti me ne dai? - ribatté la ragazza, come faceva di solito a quella domanda.
- Va bene, va bene - intervenne Maurizio prima che Federico potesse rispondere - sparate la vostra previsione, chi indovina vince.... un baciamano alla mia donna!
Tutti dissero concitatamente la loro. Marco cambiò idea ben tre volte. Alla fine tre indovinarono: 29 anni. In fila indiana, con aria galante, sfilarono davanti a lei per baciarle la mano. L'ultimo, Vincenzo, fece finta di pulirle bene la mano con un tovagliolo, prima di appoggiarvi le labbra, e l'allegra brigata rise di nuovo.
- Carino questo gioco - disse Enzo, uno di quelli che non aveva vinto - dai, facciamone un altro!
- Ok - esclamò Valentina in un impeto di esibizionismo - vediamo chi indovina la mia misura di reggiseno!! - Un brusio di sorpresa si alzò dal tavolo.
- Che si vince? - fece Enzo con aria finta professionale.
Maurizio la strinse leggermente a sé con la mano che le poggiava in vita. - Direi... una tastata sul seno! Che ne dici cara? - disse sporgendosi per guardarla negli occhi.
- Direi che mi sembra onesto... - replicò lei ridendo.
- Va bene, ma non è che si veda molto vestita così... - ribatté Vincenzo. Gli altri si dimostrarono d'accordo.
- Un aiutino?? - aggiunse Giovanni maliziosamente.
- Va bene... - fece Valentina alzandosi - piccolo però! - Detto questo portò le mani a coppa sotto al seno, facendo quindi aderire la camicetta al busto. In questa posizione girò ben bene il corpo in modo da mostrasi da tutte le angolazioni, poi si risedette sul marito, sistemandosi i capelli con aria sbarazzina.
Qualcuno tossicchiò, lo spettacolino era stato piuttosto eccitante, nonostante tutto.
- Non vale, non vale!! - esclamò Vincenzo - sotto la camicia potresti avere chissà quale reggiseno... uno di quelli che tirano su, come si chiamano....
- Vero! - aggiunse Maurizio - potresti avere uno di quegli orribili push up, cara!
- Non ce l'ho! Giuro! - rispose Valentina.
- Dai, facci vedere, sbottonati un attimo la camicetta, amore! - insistette il marito.
- Uff, e va bene!
Valentina si alzò di nuovo in piedi e cominciò a slacciare il primo bottone.
Un silenzio innaturale era calato nella stanza, a quel gesto. Nonostante si sentisse avvampare le gote Valentina proseguì nell'operazione, lentamente. Arrivata all'ultimo bottone lasciò cadere l'indumento lungo le spalle, fino a che non le si arricciò nell'incavo dei gomiti. Il balconcino di pizzo e velo marrone le nascondeva appena le areole rosate.
Lo sguardo eccitato di alcuni dei presenti la riportò alla realtà. Si riabbottonò in tutta fretta, e si sedette di nuovo nel rassicurante abbraccio del marito.
- Ecco fatto! - disse sorridendo.
Vincenzo, il più estroverso di loro, prese per primo la parola. - Beh, ehmm.... perfetto, credo che come dimostrazione possa bastare, che ne dite ragazzi? Io dico terza.
- Io seconda.
- Ma va.... si vede lontano un miglio che è una quarta... - Ognuno disse le sua. Si accesero anche piccole discussioni scherzose. Valentina si divertiva un mondo a sentire quanto poco i ragazzi ci capissero di misure femminili.
Alla fine furono Enzo, Federico e Alfonso a vincere. Valentina si girò verso il marito.
- E adesso? - gli chiese con gli occhi spalancati.
- Adesso devi farti tastare le tette, amore - le rispose l'uomo sorridendole innocentemente e marcando l'ultima parola.
- Ma dai, Maurizio, si scherzava... - cominciò a dire Alfonso arrossendo violentemente.
Maurizio lo zittì con uno sguardo gelido. Non era quello il momento di tornare indietro. Si avvicinò poi all'orecchio di Valentina, e le spiegò cosa fare.
La donna ridacchiò, poi si diresse silenziosamente verso la parete, appoggiandovi le braccia tese.
- A chi tocca? - chiese Maurizio scrutando i volti intorno al tavolo.
I vincitori lo guardavano sorpresi, immobili.
- Ma... - disse Federico.
- Niente ma. Vai - Così dicendo gli fece uno sguardo chiarificatore, come a dire “Non roviniamo tutto proprio adesso”.
Il ragazzo si avvicinò a Valentina, ancora ferma contro il muro, e infilando una mano tremante sotto la camicetta le sfiorò il ventre.
Valentina sentì le gambe cederle per l'emozione, ma si costrinse a restare immobile. La mano nel frattempo era risalita lungo la sua pelle e ora impugnava un seno, stringendolo leggermente.
Enzo decise di intervenire proprio in quel momento. Si avvicinò e infilò la mano nella scollatura della donna, arrivando al seno rimasto libero.
Valentina, a occhi chiusi, non riuscì a trattenersi, e ripiegò la testa all'indietro, sospirando.
Pensò un attimo a Maurizio, a quanto dovesse avere il cazzo duro, in questo momento. Avrebbe voluto sentire quelle mani frugarla molto di più. Invece sentì il gelido - No, grazie - di Alfonso. I due che la toccavano si ritrassero contemporaneamente, facendole mancare quella sensazione di calore che stava cominciando ad assaporare.
- Sei mitica - le disse Federico mentre le scoccava un bacio sulla guancia. Enzo invece la prese per la vita, accompagnandola amichevolmente dal marito.
- Hai una donna splendida - gli disse.
Valentina si sedette di nuovo sulle gambe di Maurizio e lo baciò con passione. Notò che aveva gli occhi lucidi. Era davvero molto eccitato, quasi quanto lei!
Con qualche imbarazzo la conversazione riprese. Nessuno aveva il coraggio di proporre un altro gioco, e di nuovo fu Maurizio a prendere in mano la situazione.
- Qualcuno ha qualcosa da proporre per continuare il gioco? - disse quindi.
Nessuno gli rispose, tutti facevano i vaghi.
Fu Valentina a stupirlo, esclamando nel silenzio generale: - Vediamo chi indovina come sono... laggiù!! - e si indicò fra le gambe con lo sguardo. - pochi, tanti, depilata... così così!
Maurizio la guardò: aveva una faccia sbarazzina che lo avrebbe fatto arrapare in qualunque situazione... figuriamoci in quella. Era davvero partita.
I ragazzi non erano meno stupiti di lui. Alfonso scuoteva la testa, incredulo, lo sguardo sconvolto. Gli altri ridacchiavano, si scambiavano battute imbarazzate. Nessuno di loro si era mai trovato in una situazione del genere.
- Devi... ehm... devi mettere una posta, amore.... - disse Maurizio che per la prima volta nella serata ebbe bisogno di schiarirsi la voce.
- Giusto! - fece Valentina - Beh, direi che potrei farla... annusare al vincitore! Che ne dite??
Vincenzo scoppiò a ridere. - Adoro questa donna... - disse poi - e secondo me ce l'ha... del tutto depilata!
- Nooo... io dico di no, e ne ha pure parecchi, per me - disse Federico arrossendo.
- Secondo me li ha curati, tagliati, insomma - obiettò Marco. Paolo invece era convinto che avesse lasciato solo una striscia al centro. Come prima, ognuno fece la sua ipotesi, tranne Alfonso che ormai se ne stava immusonito in un angolo del tavolo.
- Beh? - le fece Maurizio quando tutti ebbero espresso il loro parere - chi ha vinto?
Valentina li guardò uno per uno con quello sguardo da troia che ormai non riusciva più a levarsi dagli occhi.
- Vincenzo! - esclamò infine. Il ragazzo lanciò un urlo, lasciandosi andare a manifestazioni di gioia - Ma vieniiii.... ma vaaaaiiii! - gridava saltellando per la stanza e facendo il verso a un noto comico. Nell'eccitazione generale Maurizio diede istruzioni alla moglie su come comportarsi.
Valentina si alzò per l'ennesima volta, le gambe un po' meno sicure stavolta, e si appoggiò con la schiena allo stesso muro di prima, le gambe leggermente divaricate.
Senza bisogno di nessun incitamento Vincenzo si alzò e le andò vicino. Si inginocchiò davanti a lei, mentre tutti trattenevano il respiro. Quando ebbe la faccia del ragazzo a pochi centimetri dal pube, Valentina posò le mani sulle cosce e con studiata lentezza alzò la gonna, centimetro dopo centimetro, finché non lasciò scoperto il primo lembo dello slip. Guardò il ragazzo inginocchiato davanti a lei, e la testa le girò. Continuò a sollevare la gonna, e quando l'ebbe arrotolata sui fianchi sporse leggermente il pube verso di lui.
Il ragazzo si avvicinò a occhi chiusi, e inspirò rumorosamente un paio di volte.
L'eccitazione nella stanza era ormai tangibile. Qualcuno aveva allungato una mano sotto il tavolo per lenirla.
La voce di Maurizio li fece sobbalzare tutti. Si volsero verso di lui.
- Cara - e dovette schiarirsi ancora la voce - come possiamo essere sicuri che sia proprio lui il... vincitore?
Gli sguardi dei presenti tornarono subito su Valentina.
Lei ci pensò un attimo poi disse con un sussurro, rivolta a Vincenzo: - Scosta gli slip.
Il ragazzo deglutì, ma allungò la mano che tremava visibilmente e con una lentezza esasperante infilò un dito sotto l'elastico dello slip. Il contatto con la pelle della donna lo fece letteralmente sobbalzare.
- Mio dio... - sussurrò. Poi sembrò prendere coraggio e scostò il tessuto. La figa liscia e luccicante di umori fu visibile a tutti, ma per un attimo. Durò poco perché la donna lasciò cadere la gonna, e Vincenzo si alzò in fretta, timoroso di aver osato troppo. La guardò, ma lei non era affatto arrabbiata, aveva invece lo sguardo di chi sa di aver vinto una sfida.
Quando si fu risistemata e seduta sulle gambe di Maurizio, nessuno ancora aveva osato dire una parola. Fu Marco a rompere il giaccio: - Beh! Che si dice del tempo?? Pare che domani pioverà, avete sentito?
Tutti scoppiarono in una risata liberatoria che contribuì ad alleviare la tensione che si era creata, e la conversazione tornò su binari meno pericolosi».

A leggere questo racconto non riesco neppure a terminare che ho bisogno di toccarmi. È tutto il giorno che lavoro, senza mai staccare gli occhi dal video, e adesso ne ho proprio bisogno. Quindi, ancora prima di sapere come andrà a finire, telefono a Debra.
Lei mi risponde con voce quasi roca, quella voce di chi è un po’ che non parla.
- Stai leggendo, vero? – le chiedo.
- Sì, amore, e tu?
- Sì, anch’io. Sono arrivata a quando lei la fa vedere a tutti.
- Io invece ho quasi finito, stavo giusto leggendo le ultime righe. Vuoi sapere come va a finire?
- No, voglio solo sapere se ti sei eccitata.
- Da pazzi, guarda. Non vedo l’ora di masturbarmi in bagno.
Debra sta parlando ovviamente a bassa voce. Anch’io. E così le sussurro: - Perché non lo facciamo insieme al telefono? Dai mettiti una manina sotto e toccati.
- E lo farai anche tu?
- Certo, lo sto già facendo.
- Allora lo faccio. Quella Valentina mi ha fatto venire caldo tra le gambe e il trovarmi in quella situazione sarebbe uno sballo... Vedrai come va a finire dopo. Vedrai che anche se ti tocchi con me, in bagno dopo ci vai lo stesso.
- Debra, amore, mi sto accarezzando piano e ti penso al posto di Valentina, con tutti quegli uomini e quel marito...
- Matilde, io lo farei, lo farei. Solo voi riuscite a non farmelo fare. Io voglio sborrare al pensiero di fare come Valentina, ma poi voglio godere del mio affetto per voi, che è quello che mi dà la giusta regolata a questa voglia di sesso che mi ritrovo.
- Amore, io sto già venendo. Farlo con te al telefono è meraviglioso. La fai tu l’e-mail di risposta a Michele, glielo dici tu che non ci siamo smentite neppure oggi?
- Facciamogliela in due, così una sega magari trova il tempo di tirarsela pure lui. Non ti eccita che lo faccia?
- Certo che mi eccita, lo sai bene. Le sue seghe sono come dei baci a distanza.
- E magari così non ci tocca di spompinarlo come dobbiamo fare tutte le sere per averlo poi al nostro servizio duro e duraturo come si deve... – aggiunge ridendo piano per non farsi sentire.
- Ora, ora vengo! Non devo... aah... farmi vedere da questi stronzi che sono qui vicino... amore... vengo con te!
- Anch’io, eccomi!
- Solo con te posso venire così!
- Ora ti devo salutare, abbiamo tirato la corda un casino oggi!
Ci salutiamo, rimandando tutto a questa sera.
Qualcuno mi chiede qualcosa, non ricordo. Solo che non posso continuare subito la lettura come vorrei.
E Debra ha comunque indovinato. Mi sa che proseguendo la lettura mi ecciterò ancora di più....
Infine riesco a finire di leggere. Sento le mutandine ancora bagnate per la familiare eccitazione delle confidenze erotiche con Debra al telefono. Allora mi alzo dalla scrivania e mi reco in bagno, dove non perdo tempo. Perché masturbarmi ogni tanto lo faccio anche da seduta alla scrivania, ma oggi l’ho già fatto e poi così non potrei farlo come mi piace, cioè guardandomi la figa e godendo delle mie cosce aperte e di qualche gemito soffocato.
Mi chiudo a chiave e svelta mi tiro giù i pantaloni e le mutandine. Mi accuccio, come piace a me: nel pensiero ho ancora l’immagine di Valentina che la mette davanti all’amico di suo marito. Una fantasia che non cessa di eccitarmi, anche se sono sempre più sicura che non farò mai una cosa del genere finché starò con Michele e Debra.
Così inizio a carezzarmi la figa e non ci metto molto a sborrare pensando anche a quanto ci ecciteremo assieme con Debra, che magari lo sta facendo anche lei in questo momento.
Ma alla sera non ce la facciamo. Rientrate entrambe tardi per impegni di lavoro straordinario, ci limitiamo a sorridere delle letture fatte, ma poi assieme ci prepariamo per andare a dormire.
Il giorno dopo, puntuale, arriva la seconda parte.
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